La 24 ore di Finale ha sempre esercitato un certo fascino, sarà per la location, già cara a noi gravity addicted sarà per l’idea di pedalare vicino al mare, ma un pensierino a partecipare io personalmente l’avevo già fatto. Quest’anno Matteo ha l’idea di coinvolgere un pò di suoi amici pedalatori e mi propone di aggregarmi per affrontare insieme questa sfida. Non ci metto molto ad accettare, ed è con entusiasmo che comincio a pensare specialmente al night riding nell’entroterra finalese di fronte ad un panorama di terra e mare mozzafiato.
Finalmente il weekend fatidico si avvicina e i preparativi sono ormai giunti a buon punto. La bici è lavata e lubrificata, gomme gonfie e ammortizzatore alla pressione giusta. Grazie a Matteo, che si rivela un ottimo organizzatore (inaspettatamente...), tutto fila liscio già dalla partenza con un posto in macchina insieme a Gianluca (Pik) e Davide (Dade) che non conosco, ma con cui entro immediatamente in sintonia. Se nel sangue c’è il pedale, si entra in confidenza in fretta!
Partiamo alle 6.30 da Avigliana e il viaggio fila via liscio, solo un incontro fugace ed inaspettato sull’autostrada mi lascia pensieroso sull’esito dell’avventura, ma il pensiero negativo si scioglie in fretta.
Fianlmente arriviamo a Le Manie e trovati i nostri compagni ( Matte, Annina l’unica ragazza del gruppo e Fausto) già accampati, traslochiamo i dieci quintali di carne e vino per l’immancabile grigliata del sabato sera! Arriva anche Carlo che è qui da ieri, ma in spiaggia!
Fatto un giro per gli stand ( 3 DELOREAN!) e ambientatici, la curiosità di percorrere il famoso tracciato è irresistibile e in fretta ci cambiamo e inforchiamo le bici.
Il primo tratto dopo la partenza è un singletrack in piano nel bosco, che passa lungo il perimetro del campo tendato per sbucare su una strada bianca in leggera salita. Neanche il tempo di scaldare le gambe e una deviazione ci incanala verso il primo tratto di discesa (eh eh): singletrack degno di tal nome, divertente e polveroso! Dopo un tornante verso sinistra uno strappetto, e via di nuovo a tutta in discesa su una carrozzabile dismessa e una nuova deviazione ci spara verso un secondo tratto di singletrack ancora più bello!! Con Carlo stiamo godendo da morire nelle curvette nel bosco, esasperando l’aderenza delle gomme che scivolano su pietre aguzze e nella ghiaia.
Dopo l’ennesimo tornante affrontiamo il primo pezzo duro: una salita spaccagambe da rapportino spinto al massimo, che alla fine pedalerò solo nel primo giro. Da lì di nuovo singletrack da urlo in salita ma molto divertente, e nuovamente in discesa, per poi affrontare uno dei pezzi più belli: una mulattiera quasi a picco sul mare, ed intorno solo macchia mediterranea! Bellissimo!
Pian piano la salita ricomincia, per portaci in un lungo anello verso il punto di partenza, passando sopra la baia di Noli, che di notte sarà un’immagine da cartolina!
La salita si fa pesante nonostante sia un carrozzabile ben tenuta, ma il sole a picco fa il suo dovere arroventando i caschi. Il Camelbak che non uso mai è prezioso in queste condizioni, bevo una sorsata dietro l’altra! Pian piano raggiungiamo il tratto nuovo, strettissimo, scavato in una collina molto ripida, dove mi arrabbierò moltissimo con un crosscountrista del cavolo che mi affiancherà senza avvertire, creando una situazione non piacevole e pericolosa.
Arrivati nel punto più alto comincia la discesa verso il punto di partenza e... sorpresa sorpresa è un toboga! Destra e sinistra con un accenno di parabolica e compressioni che ci permettono di saltare e prendere un ritmo da freeride che ormai conosciamo bene! Siamo ormai arrivati a concludere il giro di ricognizione, e tornati al campo condividiamo con il resto del gruppo le sensazioni sul percorso e l’entusiasmo per l’evento.
Le poche ore che ci separano dalla partenza passano veloci e Matteo, il nostro capitano, si appresta ad affrontare i 400 metri di corsa con le scarpe da xc che precedono il primo giro in bici. La tensione aumenta e siamo tutti ai bordi della linea di pertenza con la voglia di urlare il nostro incitamento: alle 14.00 finalmente si inizia ed un boato accompagna i quattrocentisti improvvisati ed improbabili con i loro caschetti coloratissimi. I primi giri permettono di vedere partecipanti in graziella, o con sagome di destrieri applicate sul telaio, addirittura in maschera da cinghiale! Lo spirito goliardico si spinge anche nei boschi!
Decidiamo per due giri a testa (17 Km per la cronaca) che in media copriremo in un ora abbondante. Alla faccia del percorso scorrevole! Ovviamente saremo sverniciati da veri e propri missili che in qualche caso saranno su 29er completamente rigide e monorapporto con medie che arriveranno oltre i 23 km/h!!!!! Performance impressionanti, ma un pò masochistiche, a mio parere. De gustibus...
Le ore diurne passano con un andirivieni energico e continuo sul percorso ed è piacevole la sensazione di cameratismo che spesso si percepisce attraverso le poche parole che il fiato ci permette di scambiare con gli altri racer sul percorso.
Noto la differenza di preparazione rispetto alla quasi totalità dei partecipanti: noi freerider abituati alla discesa facciamo la differenza ovviamente nel tecnico in discesa, ma anche in salita dove il percorso diventa ripido e supertecnico devo dire che ce la siamo cavata in modo egregio. E’ sulle strade bianche che il fiato e le gambe sono abiutati a lavorare in modo diverso!
Arriva finalmente il momento che aspettavo: il sole è ormai calato, e i fari sono ben fissi sul manubrio e sul casco.
Al cambio mi sento impaziente, aspetto una decina di minuti ed ecco che finalmente Dade arriva, mi chiede il cambio ed io schizzo attraverso l’arco di ingresso al percorso. E’ fantastico pedalare nel buio con scorci di costa punteggiati da mille luci, ed il mare di un blu profondo ancora percepibile.
L’esperienza di inverni interi passati a pedalare di notte mi fannno sentire perfettamente a mio agio e nonostante la visibilità ridotta, scaricare l’adrenalina su e giù per i singletrack è fantastico!
I turni passano, la notte volge al termine e nessuno ha chiuso veramente occhio.
Alle 14 di domenica la gara è finita, ci siamo piazzati a metà classifica, ma la soddisfazione più grande è stata quella di essere stati parte di un evento con più di 220 squadre e 1500 partenti.
Dopo le premiazioni smontiamo il campo ( quanta roba abbiamo portato!?!) e ci si saluta con la sensazione di aver veramente vissuto intensamente due giorni, e con la voglia di fare meglio la prossima edizione!
Massimiliano "Missi" Anastasi.