MDEBIKES FACTORY BLOG

lunedì 29 giugno 2009

Monginevro 2009...grandi novità!

Sabato il Team si è recato presso il resort partner di Monginevro per collaudare i nuovi tracciati e dare consigli e suggerimenti per ulteriori migliorie su ciò che è già stato fatto e su cio che è in fase di ultimazione.
La giornata è trascorsa in allegria e divertimento girando sulle varie piste che offre il resort, rinnovato in buona parte rispetto alle passate stagioni. Quest'anno è stato abbandonato lo stile naturalistico per lavorare maggiormente le tracce anche con l'utilizzo di un escavatore e quindi si possono trovare nuovi salti in terra disseminati per le piste, sponde ovunque e tracce decisamente più larghe che permettono maggiori linee. Grande novità è anche il nuovo impianto di risalita con seggiovia a 7 posti che permette risalite veloci ed all'aria aperta, senza patire la sauna delle stagioni passate all'interno degli ovetti.
Il Team, dopo una giornata di riding è rimasto piacevolmente soddisfatto dai lavori e dai progressi fatti dal resort rispetto alle stagioni passate, anche se la concorrenza in valle è sempre maggiore ed in evoluzione e quindi occorre continuare a lavorare costantemente per non restare indietro ed offrire costantemente piste pulite ed all'altezza del nome del resort e dei suoi partner.

Ringraziamo il Resort per la giornata offertaci ed i nostri sponsor (MdeBikes, Geax, Formula, Mavic, Marzocchi, Fox, Divvy, Toro) per i materiali messi a disposizione dei nostri rider che permettono l'ottimo svolgimento delle attività del Team.



English Version:

Saturday the team went to the resort of Montgenèvre partner to test the new tracks and giving advice and suggestions for further improvements on what has already been done and what is being finalized. The day is spent in merriment and fun, turning on the various tracks offered by the resort, largely renewed compared to past seasons. This was abandoned naturalistic style to work more closely tracks with the use of an excavator, and then you can jump in finding new land to spread the slopes, and banks everywhere traces decidedly larger allowing more lines. Great news is the new ski lift with a 7-seater chairlift that allows fast and back in the open air, without suffering the sauna of the past seasons within the eggs. The Team, after a day of riding was pleasantly pleased with the work and progress made by the resort compared to past seasons, even though competition in the valley is growing and evolving and so must continue to work constantly in order to stay back and provide continuously tracks and to clean the name of the resort and its partners. We thank the Resort for the day and offered to our sponsors (MdeBikes, Geax, Formula, Mavic, Marzocchi, Fox, Divvy, Toro) for the materials made available to our riders that allow the excellent performance of the activities of the Team.

giovedì 11 giugno 2009

Seggiovie Aperte!!!!!!

Finalmente la stagione entra nel caldo e già da questo Weekend Bardonecchia aprirà i propri impianti di risalità. Appena avremo un calendario completo di tutte le aperture di tutti i maggiori Resort metteremo online il nuovo calendario estivo, per ora vi informiamo che Sabato saremo ovviamente a Bardonecchia per inaugurare la stagione estiva.
Chiunque voglia unirsi al Team per passare una giornata di sano divertimento immersi nella natura, girando sui tracciati del resort può contattarci per prenotare un posto sul furgone (per chi vuole fare anche il viaggio con noi) e per chiederci gli orari e i luoghi di ritrovo.
Vi aspettiamio numerosi, più si è, e più ci si diverte!!!!!!!
Ciao a tutti.

martedì 9 giugno 2009

Cicloalpinismo


Quando decidi di organizzare un giro in montagna col nostro Marco De Giuseppe, ti devi preparare psicologicamente ad affrontare qualcosa di impegnativo se non addirittura estremo. Per Marco l’unica cosa che conta è spingere all’estremo il concetto di cicloalpinismo classico…..e quasi sempre ci riesce. In settimana ci sentiamo per telefono per organizzare:”stai tranquillo andiamo a pedalare …..un anello …….in quota……niente di che…..è la prima gita un po’ seria della stagione…..c’è ancora neve…..rimaniamo sul versante sud…..Val Pellice….perfetto…”.
Ci ritroviamo domenica mattina 7 giugno, verso le 10.00. Nessuna levataccia tanto il giro è tranquillo. Partiamo col furgone e in un’ora siamo a Bobbio Pellice. Ci prepariamo guardiamo la cartina:”tranquillo Fede andiamo a Punta Vergia 2400m. ca. Un po’ di salita niente di che…..”.
Comincio a dubitare, Bobbio Pellice è 700m slm ca , vuol dire 1700m di salita ininterrotta. Va bé ormai siamo in ballo ci tocca ballare. Dopo essere scesi leggermente verso una frazione di Bobbio, incominciamo a salire lungo una strada sterrata dal fondo modestamente accidentato. La strada si fa subito mediamente ripida e si alza velocemente lungo infiniti tornanti. Attraversiamo alcune piccole frazioni e incessantemente continuiamo a salire. Inizialmente la strada si snoda in mezzo ad un fitto bosco di conifere, che diventa piano piano più rado man mano che acquistiamo quota. Incomincia ad aprirsi intorno a noi un fantastico panorama. Il meteo è clemente e le poche nuvole nel cielo sono come candidi batuffoli di cotone. Davanti a noi il Monviso con tutta la sua durezza, il Granero e una serie di cime maestose tutte ancora ben innevate. Alle nostre spalle Punta Vergia nostra teorica meta e punta Cournur aguzza e invitante. In alto incomincia ad intravedersi Alpe Caugis piccolo agglomerato di Alpeggi che sono il motivo per cui possiamo goderci questa bella strada di montagna. Si continua a salire, affrontando a volte anche tratti molto ripidi. Questi tratti hanno un fondo di cemento che garantisce una buona trazione. Con la Slider Niner e il 22-34 sono comunque molto impegnativi da superare, il maggior sviluppo metrico della ruota da 29” richiede uno sforzo maggiore in questi tratti e il vantaggio del maggior diametro si annulla diventando quasi controproducente. Marco con il suo Damper I-link da 26” sale con una pedalata rotonda e costante, io mi trovo un po’ impiccato su questi tratti. La strada non dà tregua, continua a salire con lunghi traversi mentre la vegetazione si fa sempre più rada. Ormai abbiamo superato i 1700m ed è da più di un ora e mezza che pedaliamo in salita costantemente. Lo spettacolo che ci presenta davanti e maestoso ma un po’ inquietante. Vediamo Alpe Caugis ancora lontana e intravediamo il colle Chiot dal quale poi si sale verso Punta Vergia. Abbiamo ancora più di un’ora di salita da affrontare con dei tratti molto ripidi da superare. Le energie cominciano a scarseggiare e il terreno è sempre più impegnativo. La comoda strada sterrata ha lasciato posto ad un’impegnativa mulattiera disseminata di pietroni e tratti franati a causa dell’abbondanti nevicate che abbiamo avuto in questo lungo inverno.
Con molta fatica superiamo le ultime rampe che ci portano all’Alpe Caugi; l’ultima di queste rampe è veramente impegnativa, sempre con fondo in cemento ma con un pendenza tale da costringermi a scendere dalla bici e spingere. Arrivati all’Alpe ci rimane ancora un lungo traverso su sentiero poco pedalabile e un ulteriore mezzo costa si arriva sul colle. Deju è in splendida forma e sembra poco provato dalla lunga salita. Io sono messo male come sempre e fatico non poco a raggiungere il colle evitando alcuni traversi innevati. Le pendenze intorno a noi cominciano ad essere parecchio elevate e sbagliare a mettere le ruote o i piedi da qualche parte può diventare un grosso problema. Arriviamo finalmente al colle al fianco del quale si eleva la punta Vergia. Il panorama è magnifico spazia dal gruppo del Monviso, a Punta Cialancia, la pianura con la rocca di Cavour e il Pinerolese. Ci rendiamo subito conto che non ha nessun senso spingersi fino sulla punta dalla quale ci separa un ripido pendio in parte ancora molto innevato e quindi parecchio rischioso. Inoltre affacciandoci dall’altro versante la neve è ancora molta e copre completamente il sentiero che porta all’ Alpe Sella, da dove noi volevamo scendere. Che fare? Scendere il pendio nevoso è impossibile. Troppo ripido. Cominciamo ad esplorare con Deju che scalpita per trovare il possibile passaggio estremo da superare....Dopo alcuni minuti di ricerca decidiamo di alzarsi leggermente e di provare a scendere lungo un pendio di rododendri con una pendenza molto elavata. Speriamo di riuscire in questo modo a superare il tratto più ripido del nevaio per poi mettere le ruote sulla parte più bassa dello stesso con pendenza più modesta e raggiungere quindi il sentiero verso Alpe Sella. Dopo pochi minuti di discesa bici a fianco in mezzo ai rododendri ci si apre davanti un canalino innevato ripidissimo. Che fare? Guardiamo leggermente più in alto e c’è un passaggio libero dalla neve che ci permetterebbe di passare oltre, solo che per arrivarci dobbiamo arrampicarci sopra ad un salto di roccia e sfasciumi con passaggi di terzo grado. Deju sorride tutto contento della situazione, anche questa volta è riuscito a provare quella scarica di adrenalina che ricerca nel cicloalpinismo. Io sono un po’ meno contento anche perché con le scarpette da bici non è cosa agevole muoversi su pareti di roccia con in più la bici da tirarsi dietro. Comunque dopo un po’ di tentennamenti e aiutandoci a vicenda riusciamo a superare il tratto roccioso e il canalino innevato. Adesso ci aspetta ancora il pendio ripido di rododendri dove a stento si sta in piedi. Deju ad un certo punto si ferma e con movimenti precari salta in sella alla bici: “Vedo la linea, vedo la linea…” e si butta giù in mezzo agli arbusti e dritto per dritto con un pendenza veramente elevata. Di fatto i rododendri hanno una buona tenuta e ben presto anche io lo imito. Facciamo freeride sui rododendri, più estremo di così….. Alla fine arriviamo sul nevaio e dopo alcuni tratti scesi su neve marcia e instabile raggiungiamo la mulattiera che velocemente ci porta all’Alpe Sella e poi giù con una lunghissima discesa percorriamo la Valle Angrogna fino ad arrivare a Torre Pellice. Ci aspettano ancora 12 km di risalita verso Bobbio Pellice tutti controvento e con le gambe impallate dalla lunga salita del mattino ma alla fine arriviamo al furgone.
Siamo partiti alle 11.00 del mattino e arrivati alle 17.00. Sei ore di fatiche condite da qualche passaggio estremo e da paesaggi incredibili. Possiamo dire di aver incominciato la stagione dei giri epici alla grande. Dal canto mio posso ritenermi soddisfatto, aver completato un giro del genere con una twentyniner, non è cosa da poco. Gli americani quando hanno messo a punto le Twentyniner non credo che immaginavano un uso del genere. Posso dire che sicuramente non è la bicicletta perfetta per affrontare percorsi così impegnativi sulle Alpi. Il vantaggio maggiore lo si ha su salite dalla media pendenza anche accidentate ma mai troppo ridipe. Sul ripido a meno di utilizzare rapporti particolari tipo la corona da 20, lo svantaggio è notevole, inoltre con la bici a spalle, l’ingombro delle ruote e il peso maggiore sono due fattori molto fastidiosi. Il Damper I-link si presta meglio per questo utilizzo e non parliamo delle prestazioni in discesa. Un alternativa per questo tipo di tour Alpini può essere la nostra Keeper All-Mountain da 26” front che si adatta bene a forcelle fino a 140-150mm e se accuratamente montata può stare su pesi sotto gli 11Kg.
Deju si sta preparando per delle grosse imprese per quest’estate di cui vi daremo conto. Il cicloalpinismo è una specialità poco pubblicizzata ma che può dare grosse soddisfazioni.

Alla prossima.

Federico Biora




English Version:



When you decide to arrange a tour in the mountains with our De Giuseppe Marco, you have to prepare psychologically to face something difficult, if not extreme. For Mark the only thing that counts is pushing at the concept of classical cicloalpinismo ... .. and almost always succeeds. During the week we are on the phone to organize "peaceful're going to ride a ring ... ... .. .... ... ... To share anything ... .. that is the first trip a 'serious of the season ... .. there is still ... .. still snow on the south Pellice Val ... .. .... ... perfect. " Sunday morning we meet again June 7, at about 10:00. None levataccia tour is so peaceful. We start with the van and in an hour we are at Bobbio Pellice. We are preparing the map look: "quiet faith we Punta Verga 2400m. ca. Un po 'climb anything that ... .. ". I begin to doubt, Bobbio Pellice is about 700m above sea level, this means uninterrupted climb 1700m. Va bé now we dance we tap dance. After it fell slightly to a fraction of Bobbio, we begin to climb along a dirt road from the bottom moderately rugged. The road becomes steep and just average rises quickly along endless hairpin bends. We cross some small villages and ceaselessly continue to rise. Initially, the road winds through a dense forest of conifers, which becomes gradually more often as they buy shares. Begins to open up around us a fantastic view. The weather is clement and the few clouds in the sky are like white wad of cotton. In front of us Monviso with all its hardness, Granero and a series of majestic peaks all still good snow cover. Behind us Punta Verga our goal and theoretical peak Cournur pointing and inviting. Top begins to glimpse Alpe Caugis small town of Alpine that is why we can enjoy this beautiful mountain road. It continues to rise, addressing sometimes very steep sections. These traits have a concrete bottom that provides good traction. With the Slider niñera and 22-34 are very challenging to overcome, the highest metric development of the wheel from 29 "requires a greater effort in these traits and the advantage of the largest diameter you cancel almost becoming counterproductive. Marco Damper with its I-link 26 "screens with a pedal roundabout and constant, I find it a little 'hung on these traits. The road does not give truce, continues to rise with long cross and the vegetation becomes increasingly rada. We have over 1700m and is more than an hour and a half to cycle uphill constantly. The show that presents the front and majestic but somewhat 'disturbing. Alpe Caugis still see far and we see the hill from which Chiot then climb to Punta Verga. We still have more than an hour's climb to be tackled with long stretches of steep to overcome. The energies are starting to run low and the terrain is more challenging. The convenient dirt road has left room for a challenging path strewn with stones and stretches due to landslide dell'abbondanti snowfall we had in this long winter. With little difficulty we overcome the last ramps that lead us all'Alpe Caugi, the last of these ramps is very challenging, with the bottom of concrete but with a slope as to force them to get off the bike and push. All'Alpe arrived there remains a long traverse on the trail ride and just another way we reach the coast on the hill. Deju is in wonderful shape and seems not proved by the long climb. I have always made a bad and not a little difficult to reach the hill avoiding navigate some snow. The slopes around us are beginning to be quite high and wrong to put the wheels or feet anywhere can become a big problem. We arrive finally at the side of the hill which elevates the tip Verga. The view is magnificent from the group of ranges Monviso, in Punta Cialancia the plains with the fortress of Cavour and Pinerolese. We realize now that it makes no sense to go until the tip separates us from which a steep slope in the still snow-covered and thus quite risky. Also looking on the other side the snow is still a long and completely cover the path that leads to 'Alpe Saddle, where we wanted to get off. What to do? Down the snowy slope is impossible. Too steep. We begin to explore with Deju scalp to find that the extreme step can be overcome .... After a few minutes of research we decide to get up a little and try to fall along a slope of rhododendrons with a slope very eläviä. We hope to succeed in this way to overcome most of the steep snowfield and then put the wheels on the lower part of the same slope with smaller and then get the path towards Alpe Sella. After a few minutes by bike down a side in the midst of rhododendrons opens before us a steep snow-covered channel. What to do? Looking slightly higher and there is a passage from the snow that would allow us to go further, only that we must climb to get a jump on top of rock and rubble with passages third grade. Deju smiles all happy with his situation, but this time he managed to prove that rush of adrenaline that research in cicloalpinismo. I am a little 'less happy because the bike shoes is not easy to move up the walls of rock with more in the bike pull back. However after some 'hesitation and of helping each other we can overcome the rocky stretch, and the snow channel. Now we still have a steep slope where the rhododendrons are barely standing. Deju at some point it stops and precarious movements with jumps riding a bike: "I see the line, I see the line ..." and threw himself down among the bushes and straight to straight with a very high slope. In fact, the rhododendrons are well kept and soon I even heckling. We do freeride on rhododendrons, more extreme than that ... .. In the end we arrive on the snowfield, and after some sections fell on snow gear and unstable reach the path that leads us quickly all'Alpe Saddle and then down with a long walk down the Valley Angrogna up to Torre Pellice. We still expect 12 km ascent to Bobbio Pellice against all and with his legs impallate the long climb in the morning but in the end we come to the van. We left at 11.00 am and arrived at 17.00. Six hours of hard work from some seasoned extreme step and incredible landscapes. We can say that I have started the season turns to the great epic. For my part I can be satisfied, having completed a tour of its kind with a twentyniner, no small matter. When the Americans have developed the belief that Twentyniner not imagined such a use. I can say that certainly is not the perfect bike for tackling such difficult paths of the Alps The biggest advantage we have on the average slope climbs rugged but also never too ridipe. On steep unless you use special reports like the crown 20, the disadvantage is significant, also with the bike on the shoulders, the footprint of the wheels and the greater weight are two factors very annoying. Damper The I-link is best to use this and not talking about the drop in performance. An alternative for this type of tour Alpini may be our Keeper All-Mountain 26 "front that adapts well to a range of up to 140-150mm and can be accurately mounted on the under 11kg weight. Deju is preparing for the big companies for this place that you will give account. The cicloalpinismo is a specialty of little-publicized but can give great satisfaction. To the next. Federico Biora

lunedì 8 giugno 2009

24h "vissute" di Finale


La 24 ore di Finale ha sempre esercitato un certo fascino, sarà per la location, già cara a noi gravity addicted sarà per l’idea di pedalare vicino al mare, ma un pensierino a partecipare io personalmente l’avevo già fatto. Quest’anno Matteo ha l’idea di coinvolgere un pò di suoi amici pedalatori e mi propone di aggregarmi per affrontare insieme questa sfida. Non ci metto molto ad accettare, ed è con entusiasmo che comincio a pensare specialmente al night riding nell’entroterra finalese di fronte ad un panorama di terra e mare mozzafiato.
Finalmente il weekend fatidico si avvicina e i preparativi sono ormai giunti a buon punto. La bici è lavata e lubrificata, gomme gonfie e ammortizzatore alla pressione giusta. Grazie a Matteo, che si rivela un ottimo organizzatore (inaspettatamente...), tutto fila liscio già dalla partenza con un posto in macchina insieme a Gianluca (Pik) e Davide (Dade) che non conosco, ma con cui entro immediatamente in sintonia. Se nel sangue c’è il pedale, si entra in confidenza in fretta!
Partiamo alle 6.30 da Avigliana e il viaggio fila via liscio, solo un incontro fugace ed inaspettato sull’autostrada mi lascia pensieroso sull’esito dell’avventura, ma il pensiero negativo si scioglie in fretta.
Fianlmente arriviamo a Le Manie e trovati i nostri compagni ( Matte, Annina l’unica ragazza del gruppo e Fausto) già accampati, traslochiamo i dieci quintali di carne e vino per l’immancabile grigliata del sabato sera! Arriva anche Carlo che è qui da ieri, ma in spiaggia!
Fatto un giro per gli stand ( 3 DELOREAN!) e ambientatici, la curiosità di percorrere il famoso tracciato è irresistibile e in fretta ci cambiamo e inforchiamo le bici.
Il primo tratto dopo la partenza è un singletrack in piano nel bosco, che passa lungo il perimetro del campo tendato per sbucare su una strada bianca in leggera salita. Neanche il tempo di scaldare le gambe e una deviazione ci incanala verso il primo tratto di discesa (eh eh): singletrack degno di tal nome, divertente e polveroso! Dopo un tornante verso sinistra uno strappetto, e via di nuovo a tutta in discesa su una carrozzabile dismessa e una nuova deviazione ci spara verso un secondo tratto di singletrack ancora più bello!! Con Carlo stiamo godendo da morire nelle curvette nel bosco, esasperando l’aderenza delle gomme che scivolano su pietre aguzze e nella ghiaia.
Dopo l’ennesimo tornante affrontiamo il primo pezzo duro: una salita spaccagambe da rapportino spinto al massimo, che alla fine pedalerò solo nel primo giro. Da lì di nuovo singletrack da urlo in salita ma molto divertente, e nuovamente in discesa, per poi affrontare uno dei pezzi più belli: una mulattiera quasi a picco sul mare, ed intorno solo macchia mediterranea! Bellissimo!
Pian piano la salita ricomincia, per portaci in un lungo anello verso il punto di partenza, passando sopra la baia di Noli, che di notte sarà un’immagine da cartolina!
La salita si fa pesante nonostante sia un carrozzabile ben tenuta, ma il sole a picco fa il suo dovere arroventando i caschi. Il Camelbak che non uso mai è prezioso in queste condizioni, bevo una sorsata dietro l’altra! Pian piano raggiungiamo il tratto nuovo, strettissimo, scavato in una collina molto ripida, dove mi arrabbierò moltissimo con un crosscountrista del cavolo che mi affiancherà senza avvertire, creando una situazione non piacevole e pericolosa.
Arrivati nel punto più alto comincia la discesa verso il punto di partenza e... sorpresa sorpresa è un toboga! Destra e sinistra con un accenno di parabolica e compressioni che ci permettono di saltare e prendere un ritmo da freeride che ormai conosciamo bene! Siamo ormai arrivati a concludere il giro di ricognizione, e tornati al campo condividiamo con il resto del gruppo le sensazioni sul percorso e l’entusiasmo per l’evento.
Le poche ore che ci separano dalla partenza passano veloci e Matteo, il nostro capitano, si appresta ad affrontare i 400 metri di corsa con le scarpe da xc che precedono il primo giro in bici. La tensione aumenta e siamo tutti ai bordi della linea di pertenza con la voglia di urlare il nostro incitamento: alle 14.00 finalmente si inizia ed un boato accompagna i quattrocentisti improvvisati ed improbabili con i loro caschetti coloratissimi. I primi giri permettono di vedere partecipanti in graziella, o con sagome di destrieri applicate sul telaio, addirittura in maschera da cinghiale! Lo spirito goliardico si spinge anche nei boschi!
Decidiamo per due giri a testa (17 Km per la cronaca) che in media copriremo in un ora abbondante. Alla faccia del percorso scorrevole! Ovviamente saremo sverniciati da veri e propri missili che in qualche caso saranno su 29er completamente rigide e monorapporto con medie che arriveranno oltre i 23 km/h!!!!! Performance impressionanti, ma un pò masochistiche, a mio parere. De gustibus...
Le ore diurne passano con un andirivieni energico e continuo sul percorso ed è piacevole la sensazione di cameratismo che spesso si percepisce attraverso le poche parole che il fiato ci permette di scambiare con gli altri racer sul percorso.
Noto la differenza di preparazione rispetto alla quasi totalità dei partecipanti: noi freerider abituati alla discesa facciamo la differenza ovviamente nel tecnico in discesa, ma anche in salita dove il percorso diventa ripido e supertecnico devo dire che ce la siamo cavata in modo egregio. E’ sulle strade bianche che il fiato e le gambe sono abiutati a lavorare in modo diverso!
Arriva finalmente il momento che aspettavo: il sole è ormai calato, e i fari sono ben fissi sul manubrio e sul casco.
Al cambio mi sento impaziente, aspetto una decina di minuti ed ecco che finalmente Dade arriva, mi chiede il cambio ed io schizzo attraverso l’arco di ingresso al percorso. E’ fantastico pedalare nel buio con scorci di costa punteggiati da mille luci, ed il mare di un blu profondo ancora percepibile.
L’esperienza di inverni interi passati a pedalare di notte mi fannno sentire perfettamente a mio agio e nonostante la visibilità ridotta, scaricare l’adrenalina su e giù per i singletrack è fantastico!
I turni passano, la notte volge al termine e nessuno ha chiuso veramente occhio.
Alle 14 di domenica la gara è finita, ci siamo piazzati a metà classifica, ma la soddisfazione più grande è stata quella di essere stati parte di un evento con più di 220 squadre e 1500 partenti.
Dopo le premiazioni smontiamo il campo ( quanta roba abbiamo portato!?!) e ci si saluta con la sensazione di aver veramente vissuto intensamente due giorni, e con la voglia di fare meglio la prossima edizione!
Massimiliano "Missi" Anastasi.


English Version:


The 24 hours of Finale has always exerted a certain charm, it will be for the location, already dear to us gravity is addicted to the idea of riding close to the sea, but a pensierino to participate personally I'd already done. This year, Matthew has the idea to involve a bit of his friends ride and I proposed to join together to address this challenge. We put a lot to accept, and it is with enthusiasm that I begin to think especially at night riding inland Finale facing a panorama of land and sea views. At last the fateful weekend is approaching and the preparations have now reached a good point. The bike is washed and lubricated, swollen gums and shock to the pressure right. Thanks to Matthew, who is an excellent organizer (inaspettatamente. ..), the whole row liscio already from the start with a car along with Gianluca (Pik) and David (Dade) that I do not know, but that in line immediately before . If there is blood in the foot, it comes with confidence in a hurry! We start at 6.30 from Avigliana and travel via liscio row, only a fleeting encounter unexpected and leaves me thoughtful on the outcome of adventure, but the negative thinking dissolves quickly. Fianlmente arrive at Le Manie and found our companions (Matte, Annina the only girl in the group and Fausto) already camped out, move the ten kilos of meat and wine for the inevitable barbecue on Saturday evening! Charles who also arrived here yesterday, but on the beach! Made a turn for the booth (3 Delorean!) And ambientatici, the curiosity to travel the famous track is irresistible, and quickly change and we inforchiamo bikes. The first section after the start is a flat singletrack through the woods, passing along the perimeter of the field tend to emerge on a dirt road in a slight climb. Not even time to warm up the legs and a deviation there channeled toward the first section of descent (eh eh): singletrack worthy of this name, fun and dusty! After a bend to the left a strappetto, and so again all down on a disused road and a new shoot will divert to a second stretch of singletrack even more beautiful! With Charles, we are enjoying in curvette from dying in the woods, exacerbate the adhesion of rubber that slide over sharp stones and gravel. After yet another bend in the face first piece wheat: an ascent from spaccagambe relate pushed to the maximum, which in the end pedalerò only in the first round. Thence again by urlo singletrack uphill but very funny, and down again, and then tackle one of the most beautiful pieces: a path almost to the sea, and only around the Mediterranean maquis! Bellissimo! Slowly climb again, to bring in a long loop to the point of beginning, passing over the Bay of Noli, that night will be a postcard! The climb is heavy despite being a well-kept road, but the sun at its peak is red-hot duty helmets. The Camelbak not ever use is valuable in these circumstances, I drink one resource after another! Slowly reaches the new, narrow, dug into a very steep hill, where I arrabbierò with a lot of cabbage crosscountrista I affiancherà without warning, creating a pleasant and not dangerous. Arrived at the highest point starts the descent towards the starting point of e. .. surprise surprise a toboggan! Right and left with a hint of compression that dish and allow us to jump and catch a rhythm from freeride now know that good! We now come to conclude the round of reconnaissance, and returned to the field agree with the rest of the group on the way the feelings and enthusiasm for the event. The few hours that separate us from the start fast and pass to Matthew, our captain, is preparing to meet the 400-meter race with shoes xc preceding the first bicycle ride. The tension increases and we are all along the line pertenza with the urge to scream our incentive: to 14.00 and finally you start a roar accompanies quattrocento improvised and improbable with their brightly colored helmet. The early rounds allow participants to see Graziella, or colored steed applied on the frame, even masked by wild boar! The spirit goliardic goes in the woods! We decide to head to two laps (17 km for the record) that cover on average one hour in plenty. In the face of the sliding path! Obviously we paint strippers from real missiles in some cases to be rigid and completely 29er with medium monorapporto arriving more than 23 km / h !!!!! Impressive performance, but a little masochistic, in my opinion. De gustibus ... The day passed with a strong and continuous coming and going on the course and the pleasant feeling of camaraderie that is often perceived by the few words that the wind allows us to share with the other racer on the course. I notice the difference in preparation compared to almost all of the participants, we used the downhill freerider make the difference but the technical downhill, but uphill where the path becomes steep and supertecnico have to say that she fared so we are excellent. E 'on the dirt roads that wind and legs are abiutati to work in a different way! Finally comes the moment that expected: the sun is down, and the lights are fixed on the handlebar and helmet. In exchange I feel impatient, look ten minutes and finally here comes Dade, asks me the change and I sketch through the arched entrance to the path. E 'fantastic ride in the dark with glimpses of coastline dotted with a thousand lights, and a sea of deep blue still perceptible. The experience of past winters entire cycling at night fannno I feel perfectly at ease and despite the reduced visibility, get the adrenaline up and down the singletrack is fantastic! The rounds pass, the night draws to a close and no one has truly eye closed. At 14 on Sunday the race is over, we were placed in mid table, but the biggest satisfaction was that they were part of an event with more than 220 teams and 1500 starters. After the awards dismantle the field (how much stuff we brought?!) And greets you with the feeling of having truly experienced intensely two days, and the desire to do better next year!

mercoledì 3 giugno 2009

Slopestyle photocontest 2009

Venerdi 29/05, ore 14, esco dal lavoro, carico la bici in macchina e partiamo con Jack (Bisi) a trovare Teo (Matteo Ganora) e Alo (Alessandro Belluscio), la crew in partenza da Torino per questa prima edizione dello slopestyle photocontest del Pistino (http://www.slopestylephotocontest.com)... Dopo 6 centinaia di Km , 6 litri di birra e un po più di 6 ore di macchina arriviamo finalmente al pistino, già di notte sembra molto promettente... Dopo un'altro paio di birre al chioschetto del park si va a riposare e a riprendere forze per il contest del sabato!Nonostante le previsioni poco rassicuranti, il tempo ha retto fino alla fine delle premiazioni, contribuendo così, insieme all'organizzazione perfetta dei locals, al successone di questo contest del formato finora inedito in Italia (per lo meno nel mondo della bici!).Il Pistino ha soddisfatto tutti con le sue mille linee, tutte diverse l'une dall'altra e sfruttabile da qualunque tipo di rider. Dal freerider avido di dropponi al dirter puro...Dopo un pomeriggio di riding intenso arrivano le premiazioni. L'hold up della crew di Torino sbanca il contest portandosi a casa il primo (Alo) ed il secondo (Teo) posto tra i fotografi, inoltre il sottoscritto porta a casa il primo premio tra i rider!! Best trick MTB e BMX per i locals Simone Piceno e Fabio d'Alessandro. Un grazie agli organizzatori e locals che hanno fatto un gran bel lavoro e ci hanno fatto passare un'ottimo weekend, ci si vede l'anno prossimo!!

Thomas de Fleurian.



English Version:


Friday 29/05, at 14, I left the job, loading the bike in the car and leaving with Jack (Bisi) find Teo (Matthew Ganor) and Alo (Alessandro Bellusci), the crew leaving from Turin for this first edition of SLOPESTYLE photocontest of Pistino (http://www.slopestylephotocontest.com) ... After hundreds of 6 km, 6 liters of beer and a little more than 6 hours by car to arrive finally pistino already at night looks very promising ... After another couple of beers at the park chioschetto you go to rest and strength to resume the contest on Saturday! Despite little reassuring forecasts, the weather was right up at the end of the awards, thus, the perfect set of locals , the hit of the contest format hitherto unpublished in Italy (at least in the world of bikes!). The Pistino has met with all its thousands lines, all different and one of the other exploitable from any type of rider. From avid freerider dropponi to pure dirter ... After an afternoon of intense riding arrives awards. The hold up the crew of Turin sbancato the contest taking home the first (Alo) and second (Teo) placed between the photographers, also signed takes home the first prize among the riders! Best MTB and BMX trick for locals Simone Piceno and Fabio d'Alessandro. Thanks to the organizers and locals who have done a great job and we have passed a good weekend, see you next year!