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lunedì 21 aprile 2008

Non Siamo degli Irresponsabili

Ciao a tutti!
La notizia della diatriba fra il comune di Chianocco e i discesisti che apprezzano i percorsi del Prebec ormai si è sparsa.
Dopo la pubblicazione sulle pagine di Luna Nuova (giornale che focalizza la propria attenzione sulle vicissitudini dei Comuni della Valle Sangone e Valle di Susa), dei commenti di entrambe le parti prese in causa, ci siamo sentiti un pò tutti mal giudicati da parte di chi ha scritto. Proprio per questo abbiamo sottoscritto una lettera, poi spedita alla redazione del Giornale in questione per tentare di spiegare ai lettori (tanti) che il nostro sport non è un modo di fare i teppisti tipo curva allo stadio.
Ringraziamo tutte le persone che hanno dato la propria disponibilità a sottoscrivere il testo, dimostrando di avere grande passione per il nostro sport.
Di seguito il testo che non è stato pubblicato (ad ora):
Dopo la spiacevole notizia della chiusura dei sentieri della Riserva naturale speciale Orrido di Chianocco alle biciclette da discesa, il sentimento più diffuso fra chi pratica il nostro sport preferito è stato prima di sconcerto, poi sfumato in dispiacere e successivamente in indignazione per essere stati bollati come irresponsabili pronti ad attentare alla salute dei frequentatori dei sentieri, in quanto persone prive di considerazione del rispetto altrui e quindi non meritevoli del diritto a godere della bellissima zona dell’Orrido. Rileggendo le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco di Chianocco Mauro Russo, negli articoli apparsi su Luna Nuova di martedì 8 e venerdi 11 aprile 2008, ci siamo risentiti dell’infelice associazione alle moto da fuoristrada che erroneamente il Primo Cittadino ha fatto per identificare l’attrezzo della disciplina della discesa. Quest’ultima è una disciplina riconosciuta dalla Union Cycliste Internationale (UCI) ed è a tutti gli effetti una espressione del ciclismo, con manubrio, ruote, pedali e fatica tipici di questo sport. Tali dichiarazioni e la decisione di impedire con provvedimenti legali l’accesso alle bici da discesa sui sentieri di cui prima, sono stati un colpo alla categoria intera, in quanto non vi è stato un dialogo ed una eventuale soluzione non unilaterale con esponenti di rilievo della disciplina in grado di indirizzare il comportamento delle centinaia di appassionati che ogni fine settimana dell’anno si spostano verso le decine di piste sparse su tutto il territorio del torinese. Inoltre un buon atteggiamento da parte di chi ha la responsabilità di decidere dovrebbe essere di avere una visione completa della situazione senza cadere in facili generalizzazioni date da esperienze puntuali, per quanto spiacevoli e dettate dalla estrema maleducazione del singolo. I gruppi di noi ciclisti sono formati da persone di tutti i ceti e cultura, persone che hanno una propria attività, anche diplomate o laureate tutti impegnati di giorno in giorno nel gestire al meglio la propria vita e nel contribuire alla riuscita di una società migliore per i propri figli. Di qui l’indignazione di chi pratica questo sport dopo la lettura degli articoli. Come sottolineato da Carletto Germanetto e da Andrea Bugnone esistono diverse soluzioni in grado di offrire a tutti gli utenti del parco il modo di apprezzarne le caratteristiche, già applicate in altri parchi, senza per questo mettere a rischio l’incolumità di tutti, in quanto non dimentichiamoci che un eventuale incidente comporterebbe rischi per entrambe le parti, visto che si tratta di biciclette e non di motociclette. Ovviamente si impone una regolamentazione delle diverse attività, in quanto la presenza di ciclisti sul territorio in questione è di molto aumentata negli ultimi anni. I sentieri del parco infatti sono frequentati dai primi anni del 2000, quindi da molto prima rispetto alle segnalazioni a cui il Primo Cittadino di Chianocco si è riferito nell’articolo di venerdì. Questo aumento di presenze è dovuto al successo che il percorso Chianocco Pavaglione ha riscontrato tra i ciclisti appassionati di discesa, ma anche di escursionismo in MTB. Ora, riuscire a distinguere come suggerisce il provvedimento, tra MTB escursionistico e discesa diventerebbe difficile,in quanto il rischio di incidente è legato alle caratteristiche del sentiero e non alle piccole diversità nelle caratteristiche del mezzo. Inoltre anche fare una distinzione attraverso il comportamento tenuto sulla bici non porterebbe a decisioni facili per chi vigila sul rispetto delle regole: il sentiero non permette di risalire pedalando vista la morfologia del terreno e la fortissima pendenza, ciò porta a percorrerlo preferibilmente in discesa usando altri percorsi per la salita.
Da qui la difficoltà nel credere che il vietare l’accesso al sentiero sia stata una decisione presa avendo effettivamente vagliato, approfondito e scartato tutte le opzioni nel gestire tutte la attività sportive praticate nel parco senza impedire l’accesso ad una categoria intera di sportivi.
La disponibilità da parte di noi appassionati ciclisti ad un dialogo collaborativo è confermata dal successo di molte iniziative svolte in coordinazione con diverse realtà. Ed il vantaggio ottenuto è stato riconosciuto da tutte le parti coinvolte. Esempi sono quelli già citati in precedenza : Il parco di Superga ed il Colle della Maddalena, fino a situazioni più impegnative come nel caso di Sauze d’Oulx e Bardonecchia, per citare alcuni successi avuti recentemente in Valle. Poi in Piemonte posti come Prato Nevoso, Caldirola in provincia di Alessandria, si sono legati a doppia corda al mondo della MTB, credendo nel potenziale turistico dello sport. In Liguria: Sanremo, Finale Ligure, per accennare a qualche esempio extraregionale sono mete per appassionati di discesa tutto l’anno. A due passi dal confine italiano e della Valle di Susa: il Monginevro, Serre Chevalier, e più lontano ma molto frequentato dagli appassionati dello sport, anche Les Deux Alpes ha investito moltissimo per la discesa, e potremmo portare innumerevoli esempi ancora.
Sicuramente il tentativo, insieme a tutte le parti interessate, di trovare una soluzione ottimale e felice per tutti sarà fatto, fintanto che si troverà un atteggiamento di collaborazione, in modo da poter continuare ad apprezzare insieme ed in armonia posti bellissimi come la Riserva dell’Orrido di Chianocco ed i sui sentieri.

MASSIMILIANO ANASTASI
MARCO BLUA
FEDERICO BIORA
MATTEO ANGIONI
GREGORIO MINIET
SILVIO COATTO
MARCO BUGNONE
GIACOMO BISI
ANDREA BUGNONE
CRISTIANO RIGON
SILVIO TONDA
IGOR CINATO
GIOELE RIGON
FABIO FINA
FEDERICO DOLEATTO
ENRICO FIORE
MASSIMILIANO PERONA
STEFANO QUATTRONE
MARCELLO COATTO
THOMAS de FLEURIAN
CARLO MILANO
FEDERICO PERRONE
LAURA GALLO

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