Le previsioni del tempo ci prospettano una giornata difficile, ma durante la mattinata di sabato il sole splende, e le temperature cercano di ricordarci che da qualche parte sopra le nuvole è primavera. Così, io e Umby, superstiti del gruppo decimato da varie partecipazioni a matrimoni, feste di compleanno e malanni vari, decidiamo di scalare la vetta del monte San Giorgio di Piossasco, con l’intenzione di scendere per il sentiero di San Vito o percorrere quello del Pompiere che partono entrambi dalla vetta per discendere da due versanti opposti. Per l’occasione, vista la difficoltà del percorso e la relativa lentezza nel percorrerli, ho deciso di usare l’Anvil ed equipaggiarlo in modo da poter affrontare una discesa in freeride: tolte le ruote da dirt, noto con piacere che le vecchissime deemax fanno ancora il loro effetto sul telaietto, monto così una nuova versione del DHEA da 2.3 in mescola 3C sull’anteriore, e un Neuron da 2.3 sul posteriore, entrambi tubeless.
Scaricate le bici dall’auto e caricato in spalla uno zaino piccolo ma del peso di un gerla per legna, ci incamminiamo verso l’accesso al parco montano. Da lì a poco comincia a gocciolare e la grandine non tarda ad accompagnarci per metà della salita. Poi il temporale vero e proprio si scatena con tanto di vento, lampi e tuoni! Arrivati in cima un pensiero di ringraziamento va agli Alpini che hanno avuto il buon senso di costruire un riparo proprio in punta alla montagna. Aspettando che l’intensità della pioggia diminuisca un pò, ci attrezziamo delle protezioni per la discesa, e per una volta il caldo che tengono è il benvenuto.
Dopo una decina di minuti decidiamo di scendere per il sentiero del Pompiere tecnicamente meno impegnativo, viste le condizioni non proprio ottimali di aderenza. Si parte ancora sotto la pioggia, ma dopo pochi minuti il temporale cala di intensità e ci permette di godere di una discesa di pietre, radici bagnate e fango davvero divertente! Finalmente ci scaldiamo un pò, e le braccia intirizzite cominciano a reagire e sciogliersi. La prima parte ci permette di guidare rilassati, e prendere confidenza con la scarsa aderenza. Questa nuova mescola, si comporta decisamente bene in queste condizioni, e lascio scorrere un pò di più, rendendo fluidi i movimenti. Umby non ha mai affrontato questa discesa, ma alla prima sosta è sorridente e apprezza le difficoltà tecniche. Dopo qualche scivoltata e altrettante acrobazie per tenerci in sella, arriviamo a metà strada. Qui il fango comincia a diventare più spesso, e il sentiero più stretto! L’Anvil si comporta in modo egregio: reattiva ma docile, mi permette di passare un paio di tronchi di traverso sul sentiero, senza corteccia... Hanno la stessa aderenza del ghiaccio!
Man mano che arriviamo in fondo al sentiero, torrenti d’acqua invadono il sentiero, e sembra di cavalcare le onde!
Arrivati a termine della discesa siamo talmente gasati da risalire fina a metà del percorso e rifarlo! Non basta ancora, su di nuovo verso la cappella di san Valeriano e ci godiamo anche l’ultimo pezzo di sentiero che ci porta verso l’abitato di Piossasco, attraversando la vecchia cava franante.
Bagnati fino alle ossa, abbiamo vagato per il san Giorgio quasi 5 ore! Ma il divertimento si legge nei nostri sorrisi sporchi di fango!
Scaricate le bici dall’auto e caricato in spalla uno zaino piccolo ma del peso di un gerla per legna, ci incamminiamo verso l’accesso al parco montano. Da lì a poco comincia a gocciolare e la grandine non tarda ad accompagnarci per metà della salita. Poi il temporale vero e proprio si scatena con tanto di vento, lampi e tuoni! Arrivati in cima un pensiero di ringraziamento va agli Alpini che hanno avuto il buon senso di costruire un riparo proprio in punta alla montagna. Aspettando che l’intensità della pioggia diminuisca un pò, ci attrezziamo delle protezioni per la discesa, e per una volta il caldo che tengono è il benvenuto.
Dopo una decina di minuti decidiamo di scendere per il sentiero del Pompiere tecnicamente meno impegnativo, viste le condizioni non proprio ottimali di aderenza. Si parte ancora sotto la pioggia, ma dopo pochi minuti il temporale cala di intensità e ci permette di godere di una discesa di pietre, radici bagnate e fango davvero divertente! Finalmente ci scaldiamo un pò, e le braccia intirizzite cominciano a reagire e sciogliersi. La prima parte ci permette di guidare rilassati, e prendere confidenza con la scarsa aderenza. Questa nuova mescola, si comporta decisamente bene in queste condizioni, e lascio scorrere un pò di più, rendendo fluidi i movimenti. Umby non ha mai affrontato questa discesa, ma alla prima sosta è sorridente e apprezza le difficoltà tecniche. Dopo qualche scivoltata e altrettante acrobazie per tenerci in sella, arriviamo a metà strada. Qui il fango comincia a diventare più spesso, e il sentiero più stretto! L’Anvil si comporta in modo egregio: reattiva ma docile, mi permette di passare un paio di tronchi di traverso sul sentiero, senza corteccia... Hanno la stessa aderenza del ghiaccio!
Man mano che arriviamo in fondo al sentiero, torrenti d’acqua invadono il sentiero, e sembra di cavalcare le onde!
Arrivati a termine della discesa siamo talmente gasati da risalire fina a metà del percorso e rifarlo! Non basta ancora, su di nuovo verso la cappella di san Valeriano e ci godiamo anche l’ultimo pezzo di sentiero che ci porta verso l’abitato di Piossasco, attraversando la vecchia cava franante.
Bagnati fino alle ossa, abbiamo vagato per il san Giorgio quasi 5 ore! Ma il divertimento si legge nei nostri sorrisi sporchi di fango!
The weather forecast for us a difficult day, but during the morning of Saturday the sun shines, temperatures and try to remember that somewhere above the clouds is spring. So, me and Umby, survivors of the decimated group participations from various weddings, birthday parties and various ailments, we decide to scale the summit of Monte San Giorgio di Piossasco, with the intention to go down the path of San Vito, or go to of both Pompiere departing from the summit to be descended from two opposite sides. For the occasion, given the difficulty of the trail and the slow travel, I decided to use the Anvil and equip it so you can tackle a downhill freeride: removed dirt from the wheels, I note with pleasure that the old are Deemax yet their effect on the frame, mount a new version of DHEA to 2.3 in the front compound 3C, Neuron and a 2.3 on the rear, both tubeless. Unloaded the bike from your shoulder and loaded into a small backpack, but the weight of a basket for firewood, we are moving towards the access to the mountain park. From there to just begins to drip and hail not late to join the other half of the climb. Then the real storm is raging with lots of wind, lightning and thunder! Arrived at the top of a thought of thanks goes to the Alpini who had the good sense to build a shelter in the mountain peak. Waiting for the intensity of rainfall decreases a little, we equip the protections for the descent, and for once take the heat that is welcome. After about ten minutes we decide to go down the path of Pompiere less technically challenging, given the conditions of its optimal adhesion. It is still in the rain, but after a few minutes the storm falls of intensity and allows us to enjoy a drop of stone, mud and wet roots really funny! It does heat up a bit, his arms stiff and begin to react and dissolve. The first part allows us to drive relaxed, and familiarize yourself with the low grip. This new compound, behaves far good in these conditions, and let slide a little more, making fluid movements. Umby has never addressed this down, but the first stop is happy and appreciates the technical difficulties. After a few scivoltata and many stunts to keep us in the saddle, come halfway. Here the mud is beginning to become more frequent, and the trail closer! The Anvil behaves so excellent: responsive, but docile, allows me to spend a couple of logs across the path, without bark ... Have the same grip of the ice! As we arrive at the bottom of the trail, torrents of water invading the track, and seems to ride the waves! Once at the end of the descent so we gasati be traced up to half of the trail and rifarlo! Not just yet, at the back towards the chapel of St. Valerian, and enjoy the last piece of trail that leads us to the village of Piossasco, crossing the old quarry franante. Wet to the bone, we wandered to St. George nearly 5 hours! But the fun we read in our smiles dirty mud!
1 commento:
SPETTACOLO !!!
invidia tremenda invidia . . .
per aver aspettato domenica ad uscire verso Madonna delle Bassa, ed aver rinunciato per la tropap acqua!
Bravi, bel sabato mattina!
ciao
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