…è un freno completamente nuovo; basato sulla pinza forgiata monolitica asimmettrica con estrazione del calore (brevettata) ed un nuovo pompante che presenta la possibilità di modificare la distanza della leva ed il punto di frenata senza alcun utensile ma solo agendo sui pomelli in CNC (brevettato). Il tutto fornisce una stupefacente forza frenante e nel contempo una incredibile modulabilità. Usarlo ti farà dimenticare velocemente qualunque altro tipo di freno utilizzato fino ad oggi...
…questo è quanto ci viene detto da Formula leggendo le loro specifiche tecniche(oltre ad altre informazioni tecniche che se interessati vi invitiamo ad andare a leggere sul sito Formula ).
Terra, sassi, radici, rami secchi e tagliati, e tante tante foglie da rendere impossibile capire dove mettevo le gomme, che tanto per provare, avevo cambiato con quelle da fango nuove, ma che nel secco della discesa non erano quelle consigliate dal tecnico ufficiale, diciamo! Con tutto ciò avevo finalmente memorizzato i punti difficili del percorso del Fusero e, dopo una settimana di agitazione pensando continuamente al momento in cui avrei inforcato nuovamente la mia 69 arancione, mi sono buttato come un folle giù dal primo ripido che ti fa accelerare a sufficienza da saltarti via il resto del sentiero fino al primo incrocio, e lì, proprio nel momento dello stacco, mi accorgo di come la traiettoria mi stia portando contro quei maledetti alberi a sinistra! Ma chi li ha messi lì? Boh! E adesso? Pinzo le leve dei freni nuovi e sto a vedere che succede! Questo è il momento in cui mi sono reso conto di cosa possono fare questi FORMULA THE ONE… Sono riuscito ad atterrare sul ripido e nonostante le gomme non proprio “precise” per quel fondo indescrivibile di scarti boschivi, mi sono fermato ad un centimetro dal tronco più minaccioso! La TOTEM ringrazia! Ed il mio faccino pure… Io arrivo da freni che già si facevano rispettare, dei SAINT con pastiglie da paura che si bruciavano in 5 discese, ma sono rimasto impressionato. A secco mi sembravano un po’ troppo morbidi, anche regolando le leve sulla posizione più “firm” possibile. All’atto pratico tutto cambia, non hai bisogno di strizzare quelle povere leve come se fossero le uniche maledette responsabili di come sei uscito di linea pensando alle farfalle, anzi, con delle carezze riesci a modulare l’attrito sul discone da 220 anteriore molto meglio che con i 203 che ho usato finora. Delicati se li accarezzi, ma se ci dai dentro da macho rispondono decisi. Proprio per questo, secondo me, ci vuole un po’di uso per conoscerli bene e di esperienza per poterne saggiare a fondo le capacità, che dopo le prime venti discese dell’anno mi hanno già fatto godere!
6 commenti:
Ciao, è possibile avere indicazioni per trovare questo sentiero? Esiste una traccia GPS, magari?
Ciao Andrea, la traccia GPS noi non c'è l'abbiamo, posso diriti che l'attacco del sentiero lo trovi lungo la strada che porta dal piazzale della Braida a Col Bione. Quasi arrivato alla fine della strada (poi diventa un sentiero per il colle) sulla sinistra c'è uno spiazzo con una bacheca, da li vedrai un sentiero che scende verso la valle di Giaveno. Se hai altre perplessità facci sapere.
Ciao
O vuoi indicazioni sul sentiero del Fusero?
Eh si... pensavo fosse lo stesso...
No, sono due diversi, uno scende da Bosco Ugo ed è un giro bello ma a parte i primi passaggi un po' più tecnici per il resto è semplice, il fusero invece la si può considerare una sorta di pista di discesa si trova tra Ponte Pietra e la frazione del Fusero ma da spiegare di preciso è un po' un casino perchè alcuni tagli bisogna vederli...la traccia principael comunque si vede dalla strada un po' prima di arrivare alla frazione del fusero.
Ma tu di dove sei? Possiamo andare insieme una volta.
Di Torino, si forse sarebbe la cosa migliore...
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