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lunedì 17 marzo 2008

Domenica a Bosco Ugo

Domenica primaverile: cielo limpido illuminato da un sole caldo, il tutto accompagnato da un leggero venticello che ha sempre mantenuto la temperatura più che sopportabile.
Premesse ottimali per una giornata all’aria aperta ed in particolare per una discesa in bici.
Se solo le fidanzate di due appassionati di bici provano ad accennare al desiderio di fare una discesa in MTB vengono immediatamente accontentate.
E così è stato per me e Simona.
Due auto e quattro bici. La prima auto l’abbiamo lasciata a Giaveno, per proseguire con la seconda fino a Bosco Ugo Campagna.
La preparazione è durata una mezzoretta: controllo alle bici e vestizione e poi giù dal colle Remondetto da un’altitudine di 1314 metri.









Tre, due, uno e Simona ed io eravamo già per terra. Non so bene quale sia stato il problema della mia socia, ma so perfettamente qual è stato il mio (per l’intera durata della discesa): il casco integrale. Una vera tortura per chi non l’ha mai messo. Visuale limitatissima e testa che pesa un quintale in più.
Comunque presa un po’ di confidenza non abbiamo più dato noia con le cadute a Missi e Marco e quindi abbiamo proseguito lungo il sentiero “Quota 1000”.
Da poco esperta quale sono posso dire che come sentiero non è particolarmente bello e divertente. Mi spiego meglio: la partenza è brusca. Quindi ci si trova subito di fronte a pendenze notevoli con pietroni e radici e poi quando uno inizia ad abituarsi all’armatura che indossa e alle difficoltà del percorso, diventa un semplice sentiero (largo, poco pendente e con pochi ostacoli naturali).
Per carità è stato piacevole, ma alla fine l’ho considerata più una passeggiata nel bosco che non una discesa vera e propria. Non a caso andavamo tutti e quattro piuttosto tranquilli con soste nelle zone più verdeggianti, scendendo molto gradualmente per arrivare dapprima a Coazze (dove eravamo già scesi a quota 750 metri) e poi per raggiungere l’auto lasciata a Giaveno.
Sto rischiando grosso a dire queste cose, perché la prossima volta mi faranno scendere dal Monte Bianco, per vedere se mi diverto.
Nel bene o nel male la passeggiata domenicale è durata un paio di ore. Verso le 14, quando abbiamo raggiunto il parcheggio di Giaveno, Simona ed io siamo rimaste a custodire le quattro bici, mentre i due ganzi sono risaliti con un fuoristrada per recuperare il secondo.
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Stefania Bechis

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